Una delle critiche più comuni agli oliveti superintensivi riguarda la loro durata: in molti ritengono infatti che questa tipologia di olivicoltura non possa avere uno sviluppo a lungo termine e che, nel giro di una decina d’anni, si esaurisca del tutto a differenza degli oliveti intensivi e di quelli tradizionali che hanno una durata molto maggiore, di qualche decina d’anni. In realtà, un ricerca ha recentemente dimostrato che gli oliveti superintensivi possono avere una durata anche maggiore di 14 anni senza diminuire la produzione né peggiorare le prestazioni.
L’olivicoltura superintensiva nasce in Spagna negli anni Novanta e prevede una media di 1500-2000 piante di olivo per ettaro; prima di allora, l’olivicoltura tradizionale prevedeva una densità di circa 70-80 alberi per ettaro. Questo tipo di piantagione presenta numerosi vantaggi, tra cui una maggiore produttività, raccolti sempre elevati, raccolta e potatura rapida meccanizzata e portamento precoce, a fronte però di una breve durata dell’impianto che dopo pochi anni sarebbe destinato ad estinguersi.
Questa convinzione si è diffusa sulla base di alcune esperienze che mostravano un calo di resa dopo 7-8 anni e anche perché non esistono studi a lungo termine che caratterizzano questo sistema visto che si è cominciato a diffondere solo pochi anni fa. Non era dunque possibile stabilire se sopra una certa soglia un’elevata densità possa innescare competizione tra le piante di olivo e comprometterne lo sviluppo.
Una recente ricerca condotta da un team di ricercatori dell’Università di Cordoba e dell’Università della California, ha fatto finalmente chiarezza anche su questo aspetto. In 14 anni sono state valutate le prestazioni delle principali cultivar attualmente destinate all’olivicoltura superintensiva tra cui Arbequina, Arbosana e Koroneiki: la produzione di olive e olio è aumentata in modo lineare negli anni e in funzione della densità degli alberi e le prestazioni a lungo termine si sono dimostrate favorevoli.
Le piante di olivo tenute sotto controllo sono ancora pienamente produttive dopo 14 anni di impianti e questo risultato contraddice le esperienze precedenti che mostravano un calo della produzione dopo 7-8 anni a causa di alto vigore, ombreggiatura e limitata ventilazione.
Per chi lavora nel settore dell’olivicoltura, dunque, una buona notizia. Gli oliveti superintensivi infatti rappresentano una scelta altamente produttiva e redditizia, anche se richiedono un elevato investimento iniziale e questo ha scoraggiato molti agricoltori e imprenditori.
Da queste premesse, Buccelletti ha sviluppato un metodo ad alta redditività, con un rapporto tra costi e benefici eccellente, un modello economico vincente che porta alla produzione di un olio di oliva di alta qualità.
Livita Plus è il sistema di olivicoltura ad alta densità che si basa sull’agricoltura di precisione e sulla piantagione di un numero elevato di piante di ulivo, tra le 600 e le 1600 a seconda della varietà. L’entrata in produzione è precoce, gli interventi agricoli e di manutenzione sono ridotti al minimo, i processi sono meccanizzati e dal terzo anno si avrà una produzione stabile senza periodi di improduttività. Tutto questo avviene nel pieno rispetto dell’ambiente, del suolo e delle piante, con l’obiettivo di produrre un olio extra vergine di oliva eccellente, come nella migliore tradizione dell’olivicoltura italiana.
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